Il designer reimmagina il bar di "Arancia meccanica"!
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Immagini di seni e di coppe si combinano in questa fontana, progettata da studenti universitari Lolita Gomez e Blanca Algarra Sanchez L'ispirazione viene dalla Korova Milk Bar, dal film Arancia meccanica ed è attualmente in mostra alla Settimana del Design di Milano.
Guarda anche: Profilo: i tanti colori e le caratteristiche di Carol WangL'installazione, che fa parte della mostra Alcova Include un grande bar circolare di colore rosa che serve i clienti attraverso sifoni e tazze che assomigliano a capezzoli.
Il latte come simbolo
Suggerendo le curve delle forme femminili, gli studenti della scuola di design HEAD di Ginevra sperano di offrire una reinterpretazione più astratta del set del film distopico di Stanley Kubrick, dove gli uomini bevono latte mescolato a droghe, appoggiati su statue di donne nude. "Abbiamo deciso di fare qualcosa di più sensuale e organico", ha detto Gomez.
Guarda anche: 17 alberi e piante tropicali da tenere in casa"Il progetto incorpora il femminile, ma in modo sottile, cioè è più incentrato sulla forma del seno e sul rituale del latte". Il latte stesso è conservato in quattro brocche d'acciaio, sospese in modo teatrale sopra il bar e illuminate da sfere luminose.
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Da lì, il liquido viene pompato in tazze sferiche e servito in bicchieri di ceramica fatti a mano, ciascuno con un beccuccio sul fondo e illuminato dal basso da un faretto direzionale incorporato nel bancone.
L'agro è pop?
"Volevamo davvero progettare tutto, fino alle vetrate", commenta Gomez, "Tutti i capezzoli sono unici e hanno colori e forme diverse". Questo senso di femminilità si combina con un look agroindustriale, evidente nelle brocche industriali in acciaio e nei sedili dei trattori con sedili in metallo.
La scenografia mira a creare l'impressione di essere munti alla fontana, ma con latte di mandorla invece che con mucche zampillanti. Un commento sulla natura di sfruttamento dell'industria lattiero-casearia: "Si tratta di un confronto tra donne e mucche", spiega Gomez.
Originariamente concepito come parte del master in architettura d'interni degli studenti, il progetto è ora esposto per la prima volta dopo due anni di continui ritardi dovuti alla pandemia di coronavirus.
L'esposizione fa parte di una più ampia mostra post-laurea presso l'università, curata dall'architetto francese India Mahdavi e incentrata sul tema degli spazi interni iconici nel corso della storia, sia reali che fittizi.
Alla Milano Design Week, l'installazione è ospitata all'interno della mostra Alcova, che ogni anno si svolge in diversi edifici abbandonati della città.
*Via Dezeen
I progettisti creano (finalmente) un contraccettivo maschile