Cronaca: A proposito di piazze e parchi
Che differenza c'è tra un parco e una piazza? Che cosa fa sì che un luogo sia chiamato in un modo o nell'altro? Ci sono luoghi che una volta erano parchi e ora sono piazze, e viceversa. C'è la piazza verde, la piazza secca, il parco con le griglie, il parco senza griglie. La questione non è il nome, ma ciò che questi luoghi offrono come spazio pubblico.
Pensiamo a una metropoli come San Paolo: il nuovo sindaco vuole privatizzare e la società chiede sempre più aree di qualità di uso comune, zone di libero accesso, di cui tutti possano godere, dove possano convivere persone diverse: bambini, anziani, skateboarder, neonati, mendicanti, il semplice passante che si ferma con l'intenzione di riposare o il gruppo di adolescenti che lascia lascuola.
Guarda anche: DIY: lampada di cartapestaParque Buenos Aires, a San Paolo (Foto: Riproduzione/ Instagram/ @parquebuenosaires)
La questione principale è che dobbiamo ancora imparare a condividere questi ambienti - è questo che li renderà qualificati. Pertanto, l'appropriazione da parte degli utenti è l'unica possibilità. Se la gestione sarà governativa o privata è un'altra discussione. Se questa amministrazione lascia l'accesso libero, non segrega nessuno e mantiene tutto molto ben curato, perché non condividere i conti?
Guarda anche: Decorazione autunnale: come rendere più accogliente la vostra casaNon si tratta di vendere uno spazio pubblico, perché se l'iniziativa privata non se ne occupa adeguatamente, il Comune lo passerà a un altro candidato. Un buon esempio? La High Line, a New York, così nota in tutto il mondo, è privata - e, oltre alla sua eccezionale qualità, è stata persino in grado di generare risorse per il Comune. Tutto dipende dal regolamento, che deve essere ben definito. Altrimenti, laIl responsabile può agire nel proprio interesse e questo non sarà sicuramente a favore di tutti.
High Line a New York (Foto: Riproduzione/ Instagram/ @highlinenyc)
Siamo talmente carenti di spazi aperti che finiamo per occupare luoghi privi delle virtù minime per il tempo libero. Poveri noi, che dobbiamo lottare per utilizzare una pista d'asfalto sopraelevata, senza ombra, senza un adeguato arredo urbano e pensare che tutto vada bene. No, non è così!
*Silvio Oksman è un architetto che ha conseguito la laurea, il master e il dottorato presso la Facoltà di Architettura e Urbanistica dell'Università di San Paolo (FAU-USP), è professore presso la Escola da Cidade e socio di Metrópole Arquitetos.